Abbiamo dialogato con un ex-assessore al bilancio che ci ha aiutato a capire com’è strutturato il bilancio e soprattutto a leggere quello di San Donà dell’anno 2013.

In sintesi abbiamo visto come sono suddivise le voci in Entrata ed in Uscita, ed esaminato i fondi vincolati e non vincolati, allo scopo di capire quali sono gli effettivi margini di manovra.

Per quanto riguarda le entrate, ci siamo soffermati sulla nuova tassa TARES: è il costo del servizio raccolta rifiuti. Sarà maggiorato di una quota di 30 centesimi al mq. (estensibile a 70), ma è una quota che il comune non si terrà perché tale maggiorazione sarà tolta dai trasferimenti che lo Stato verserà.

È stato un modo per costringere tutti i comuni a comportarsi correttamente e cioè rifarsi completamente sul cittadino. Ci sono comuni infatti che non fanno pagare tutto al cittadino ma o concorrono nella spesa o gestiscono direttamente il servizio scontando solo  una quota. Per la natura del servizio, dovrebbe essere una tariffa e non una tassa. La tares inciderà sui costi delle attività produttive (30 centesimi in più al mq).

Abbiamo quindi esaminato la situazione mutui:
Quando l’amministrazione si insedia e stila un programma di mandato, indica le spese che possono essere finanziate solo con mutui, a meno che non intervengano contributi regionali, europei o nazionali (se il Comune dovesse utilizzare solo le proprie risorse potrebbe solo gestire le entrare correnti).

Le uniche entrate che danno una certa rendita sono gli oneri di urbanizzazione e le multe; solo gli oneri di urbanizzazione potrebbero essere usati per spese correnti. San Donà non ha fatto questa scelta e li destina tutti a incremento del capitale.

L’accensione del mutuo vincola per parecchio tempo l’amministrazione, ma la norma mette un limite sulla loro quantità. Attualmente per il Comune di S. Donà la possibilità di accendere mutui è nulla, anzi sarà costretto  ad utilizzate una parte di fondi derivanti da alienazioni per estinguere i mutui già contratti.

Le regole legate all’autonomia dell’ente per definire la spesa costituiscono il “patto di stabilità”, una serie di parametri di spesa che i Comuni devono rispettare. Si tratta di un sistema molto rigido che vincola i fondi a specifici capitoli di spesa e ne stabilisce l’entità (molti comuni a causa di questo vincolo si trovano ad avere fondi che non possono spendere).

Pertanto dal piano investimenti per il 2013  emerge l’esiguità della previsione di nuove opere pubbliche.

Sono previsti solo manutenzioni e piccoli interventi.

L’unico intervento considerevole è costituito dalla costruzione di piste ciclabili, oggetto di contributo regionale.

Il patto di stabilità deve essere allentato perché limita troppo i comuni. C’è la proposta di far uscire dal patto alcuni interventi urgenti come la sistemazione delle scuole.

Sulla relazione programmatica abbiamo fatto i seguenti rilievi:

Per quanto riguarda informatizzazione e dematerializzazione c’è un elenco di azioni che devono essere fatte cui però non corrisponde un finanziamento adeguato.

Interessanti e molto puntuali i dettagli sulla manutenzione del verde i cui costi andrebbero meglio valutati.

E’ presente anche un interessante elenco delle opere non realizzate, ma che sono ancora aperte.

Per quanto riguarda l’elenco dei mutui si nota che la data di scadenza  tutti mutui è posticipata, come frutto della rinegoziazione. In tal modo si allungano  i tempi abbassando la rata.

20.02.2013

 

Il movimento Cittàinsieme esamina il Bilancio Comunale

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