festapiazzaGrazie, 11.988 volte grazie! Tanti sono stati i voti che mi hanno permesso, al ballottaggio, di diventare sindaco con il 68,1 per cento delle preferenze. Un risultato eccezionale, superiore in termini assoluti di circa 2mila voti rispetto al primo turno e che mi permette davvero di potermi presentare, al di là della retorica più scontata, come il sindaco di tutti.

Perciò il primo saluto e il primo ringraziamento, superata l’emozione del risultato e iniziato il lavoro da sindaco, è per voi tutti cittadini di San Donà di Piave. Ai dipendenti del nostro Comune il ringraziamento per il lavoro svolto nei giorni del voto e per l’apporto che continueranno a dare con assiduità, correttezza e competenza nella gestione amministrativa della città. E un grande ringraziamento alla squadra che mi ha sostenuto e supportato in questi otto mesi da quando abbiamo iniziato ad elaborare un programma elettorale.

Unico rammarico il crollo della partecipazione al voto che, al ballottaggio, ha superato di poco la metà degli elettori. La crescita dell’astensionismo è fenomeno che non ha riguardato solo San Donà ma un po’ tutti i Comuni al voto perciò è evidente che sia segno di un rifiuto verso la politica nazionale. A livello locale, però, non possiamo certamente ignorare questo fenomeno e primo obiettivo è proprio quello di riavvicinare le persone alla gestione della cosa pubblica, coinvolgere singoli cittadini e associazioni con una politica dell’ascolto e della condivisione delle scelte. In una parola, riavvicinare l’amministrazione alla città.

L’ultima fase della campagna elettorale è stata molto dura, forse trascendendo anche i limiti. Ma si tratta per me di una fase chiusa e ora l’auspicio è che la dialettica tra idee e programmi, il confronto civile tra coloro che pensano diversamente, possa essere occasione di maturazione della nostra società, di consolidamento della nostra comunità.

Dei giorni precendenti al voto a me resta l’energia trasmessa da una campagna elettorale vissuta a contatto con le persone, articolata in incontri spesso spontanei e improvvisati. E questa deve essere la filosofia dell’attuale amministrazione. Quella di un sindaco fuori dal Comune, che al palazzo preferisce stare dove sono le persone, nelle fabbriche, nelle frazioni, nelle associazioni, tra le categorie.

L’etimologia della parola “sindaco” rimanda al greco “Sýndikos”, che significa “amministratore di giustizia”. Presuppone quindi aver cura del bene di tutti, dei beni di tutti, saper compiere scelte che sappiano andare nella direzione di chi è più debole, di ciò che è più debole. Occorre partire dall’uomo, porre la persona e i suoi bisogni al centro dell’azione politica di guida della comunità.

Ma appena terminato di festeggiato è già tempo di fare, e di fare bene.
Con l’aiuto della squadra che mi ha accompagnato finora, e con l’aiuto di ciascuno di voi, sono sicuro di farcela.

Un abbraccio,
Andrea Cereser

Grazie! 11.988 volte grazie!
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